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19 dicembre 1996: Marcello, «adieu»

di Marco Innocenti

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18 dicembre 2009
Marcello Mastroianni e Anita Ekberg in una scena del film "La dolce vita" 1960 Roger-Viollet/Alinari

Mastroianni muore il 19 dicembre 1996 in un'alba piovosa, tra lo sferragliare dei primi metrò e la fragranza dei croissant che sale dalle boulangerie. Parigi è ancora buia quando chiude gli occhi stringendo la mano di Anna Maria Tatò, l'ultimo approdo di una vita densa di amori. "Adoro Parigi - amava dire - perché qui posso vivere come una persona qualunque". Parenti e amici gli rendono composti l'ultimo omaggio, ma la celebrità paga un inevitabile tributo. Se potesse vedere la folla di paparazzi accalcati davanti al portone di rue de Seine Marcello scoppierebbe in una delle sue risate liberatorie pensando alla Dolce Vita e ai suoi simboli. Come se Fellini, da lassù, gli avesse giocato l'ultimo scherzo.

Quel ragazzo di Ciociaria
La lunga storia di Marcello Mastroianni inizia il 28 settembre 1924 a Fontana Liri, in Ciociaria. Il suo primo ruolo è in una tragedia scritta dal parroco. Il primo successo è "I soliti ignoti", nel '58, con Totò. Fellini lo sceglie per "La dolce vita", la consacrazione del suo successo. Seguiranno poi tante altre soddisfazioni, al cinema e in teatro, in scioltezza, portando la naturalezza a una totale perfezione. Proclamato il miglior attore europeo, per due volte è candidato all'Oscar. Lavora con Fellini, Visconti, De Sica, Blasetti, Bolognini, Germi, Risi, Petri, Scola, Ferreri. Interpreta i personaggi più disparati. Pigro, semplice, placido, lavora a tempo pieno e a tutto campo, da grande attore che non sembra tale.

La vita

La sua vita è una lunga fuga. È tranquillo, modesto, riservato, senza pretese. Vive con intensità, ma con discrezione, con stile, semplicità e orrore per la retorica e la mondanità. Il fatalismo è la chiave con cui legge il mondo. Il suo understatement è leggendario. Ama l'ironia e l'autoironia, la leggerezza, la malinconia, il disincanto, il pudore. Vive un'elegante passività, un'aristocratica indolenza. Soffre di insonnia, legge, riflette, è un anti-eroe, un uomo come noi. Con gentilezza si chiama fuori, si nega. Vive tra le donne e gli amici, casalingo, mai formale, mai presuntuoso, con un inattaccabile senso del relativo e la sua sorridente serietà. Da uomo semplice, ma capace di profondità, sensibile ma impermeabile ai rumori e agli odori forti della vita.

Le sue donne

Marcello ha fra le braccia, nella finzione e nella realtà, alcune signore da leggenda. Seduce, ama e, regolarmente, si fa lasciare. Ma si sente in debito con loro e ne parla sempre con gratitudine. "Tutte mi hanno dato qualcosa". Perché Marcello è un seduttore riduttivo, dubbioso, incerto. Con le donne è un fedelissimo infedele. Dalla madre alla moglie Flora, alle figlie, a Sofia Loren, sposa di cinema, a Faye Dunaway e a Catherine Deneuve, ad Anna Maria e a tante altre passioni repentine e precarie ignorate dalla cronaca, Marcello si mimetizzato sempre negli affetti. Seduttore naturale e possibilista infinito, fa di tutto nella vita per non scegliere. Ha alcune delle donne più belle della sua stagione ma non è mai un "homme à femmes". Per trent'anni le donne si innamorano di lui, della sua bellezza, della sua gentilezza, della voce virile e romantica. La sua vita è quella del seduttore pigro, dell'incantatore sornione, allergico ai dogmi, alla parola amore scolpita nella pietra e alle donne possessive. "Mi vogliono tutte cambiare - dice con amarezza - Pretendono da me chiarezza e solidità. Vorrei invece essere meno amato e più rispettato, preso per quello che sono".

La fine

Gli anni passano. Negli ultimi mesi si sorregge con il bastone. Sa che la strada da percorrere si è fatta breve. Vive chiuso nella sua casa parigina, assistito da Anna Maria. Due o tre giorni prima di morire ha un sussulto d'orgoglio. "Voglio passare il Natale con te - dice alla figlia Chiara - Il Padreterno può aspettare". Se ne va il 19 "Vorrei morire a Natale - dice il suo ultimo personaggio - quando c'è la neve". E, su un applauso lungo come una vita, cala il sipario. Dietro le quinte, Marcello sorride timido, sul set della memoria.

18 dicembre 2009
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